Abbiamo fatto a Rudl alcune domande per saperne di più su di lui e sul nuovo parco avventura "Spiriti di Pietra" sulla Croda Rossa. Svolgi un lavoro di grande responsabilità, che richiede molto impegno. Eppure riesci sempre a trovare il tempo e la motivazione per dedicarti a nuovi parchi. Come ci riesci?
«Come sempre, il tempo da dedicare a questo tipo di progetti è ovviamente troppo poco. Si potrebbero infatti realizzare tante altre cose. Cerco di fare il possibile, nel tempo limitato che ho a disposizione. Sfrutto i minuti liberi che ho per riflettere su come poter sviluppare ulteriormente il nostro “comprensorio sciistico estivo” per continuare ad attirare visitatori anche in futuro. Ciò che mi spinge è la possibilità di realizzare in questo fantastico paesaggio un’offerta a contatto con la natura, in grado di affascinare chi ci viene a trovare. Quando parlo di visitatori non intendo soltanto i turisti, ma anche gli abitanti del luogo che, grazie ai nostri parchi, hanno la possibilità di trascorrere del tempo con i loro figli e di vivere la montagna. I parchi dovrebbero essere un modo per attirare le persone nella natura e insegnare loro ad apprezzarla e ad amarla».
Hai già progettato e realizzato il parco natura Olperl, il regno del gigante e il villaggio degli gnomi sul Monte Baranci. Gli “Spiriti di pietra”, però, rappresentano qualcosa di speciale. Spiegaci come mai?
«Per me ogni parco è qualcosa di speciale. In ognuno ho lasciato un pezzo del mio cuore. Questo nuovo parco, però, è forse il mio progetto preferito. Il motivo? Racconta la storia delle montagne ed è ricco di suspense. Sulla Croda Rossa si è circondati da montagne e a stretto contatto con la roccia. In ogni singola stazione possiamo raccontare storie su queste vette. Storie vere. Storie su di noi, perché “questo siamo noi”. Noi, i primi scalatori delle Dolomiti, noi che abbiamo realizzato diversi lavori tra queste montagne, noi che da anni viviamo nel rispetto e nella completa fascinazione delle montagne. Esistono così tante storie da non riuscire di certo a raccontarle tutte. Se alla fine il parco sarà come mi immagino, sono sicuro che lascerà tutti a bocca aperta».
Gli “Spiriti di pietra” non è di certo il tipico nome di un parco natura. Da dove viene? Che significato ha?
«Con questo parco vogliamo costruire un sentiero didattico tra le rocce, frutto dell’immaginazione. In molti racconti del passato sono sempre presenti spiriti e altre entità sospette. Figure di cui le persone hanno spesso anche paura. Con questo parco, ovviamente, non vogliamo spaventare nessuno, ma posso assicurarvi che avrà un che di mistico. Per questo non esiste nome migliore che gli “Spiriti di pietra”.»
Ti occupi della progettazione e delle storie che il parco dovrà raccontare. Poi, come viene portato avanti il progetto? Chi costruisce il parco in base alle tue idee?
«Nella 3 Zinnen Spa abbiamo una nostra squadra di costruttori. Questo gruppo è costituito in gran parte da giovani che in inverno lavorano agli impianti di risalita. Siamo molto felici di poter contare su collaboratori dal grande talento, che rendono la realizzazione del parco possibile senza bisogno di rivolgersi a società esterne. Ne parlo con loro, presento loro i miei piani e i miei disegni e loro li realizzano seguendo le mie idee. In tutto questo c’è anche spazio per le loro idee. Per determinati elementi, talvolta ci appoggiamo anche ad artigiani, per esempio a fabbri e a intagliatori di legno. Al resto pensiamo noi».
Praticamente lavori “da sempre“ per il comprensorio sciistico 3 Cime Dolomiti, dai tempi della bidonvia fino alle nuove cabine Premium. Insomma, le hai passate tutte. Non hai mai pensato all’idea di fare qualcosa di diverso?
«Nel corso dei miei lunghi anni di lavoro ho avuto la fortuna di svolgere sempre incarichi interessanti. Ho dovuto affrontare sfide sempre più grandi e proprio questo è ciò che mi ha dato la motivazione a continuare e a cercare strade nuove. Dopo tutti questi anni sono arrivato al punto di poter dire che non avrei mai potuto augurarmi una carriera più entusiasmante. Anche se non è stato facile. Al contrario. Ci sono stati alti e bassi, ma avere degli obiettivi da perseguire e saper accettare i cambiamenti, e soprattutto farseli piacere, aiuta a superare questi momenti. Le competenze non bastano mai, ma cerco sempre di sfruttare al massimo quello che ho e di fare del mio meglio. È fantastico avere la possibilità di realizzare le proprio idee e i propri sogni. Non avrei mai pensato che questa azienda, la 3 Zinnen Spa, sarebbe arrivata così lontano. Oltretutto, mi incoraggia vedere con che coraggio sta portando avanti l’attività e i suoi progetti. Tutti lavorano mettendo l’anima in quello che fanno e insieme si riesce ad affrontare situazioni che, a volte, possono sembrare senza via di uscita. Se dipendesse da me, non farei nient’altro nella vita».